Giorno 2: Rifugio Contrin – Lago Fedaia

10576963_10203325056462174_3364727985778649354_nCi eravamo lasciati al Rifugio Contrin, stanchi dopo una lunga giornata di cammino. Ci ritroviamo di nuovo qui, alle pendici della Marmolada, all’inizio della giornata più lunga e faticosa del trekking; destinazione prevista è il Rifugio Castiglioni sul lago Fedaia. Salutiamo il rifugio Contrin che ci ha ospitato per una notte, dopo una più che abbondante e ottima cena a base di piatti locali (canederli e polenta, tanto per rimanere leggeri!) e dopo un momento di raccoglimento nella piccola cappella dedicata agli alpini.

10409428_10203338953089581_8691007246596514301_nLa giornata è baciata dal sole che si fa largo sulla pietra dolomitica, proprio mentre noi iniziamo l’ascesa verso il passo dell’Ombretta nel cono d’ombra proiettato dalla magnifica Marmolada. L’ascesa vale l’intero trekking: mentre dietro di noi si intravede ancora il Rifugio San Nicolò, siamo sovrastati dal Piccolo e il Gran Vernel sulla destra, con le nubi spinte dal vento che si infrangono sulla parete sud della Marmolada. La salita è impegnativa, soprattutto per la zavorra dello zaino sulle spalle: in poco più di 3 km si compiono mille metri di dislivello positivo, su un sentiero ben delineato che lambisce i resti del ghiacciaio. Sul cammino si trova qualche nevaio, la cui traversata è comunque agevole e tranquilla e si avverte, non appena si arriva sotto la parete della Marmolada, il cambio di temperatura: nonostante infatti il sole, la temperatura è tutt’altro che mite!

Arrivati in cima al passo dell’Ombretta, si avverte forte il senso storico di questi posti. percorsoNumerosi i resti della prima guerra mondiale, tra case matte e filo spinato abbandonato, si sente sulla pelle il ricordo di un tempo che fu, della guerra di trincea, del sangue e del dolore versati su quelle pietre che oggi sono la cornice delle nostre vacanze.
Sul passo il vento tira forte e c’è a malapena il tempo per una foto ricordo; si inizia a scendere e mano a mano che l’altitudine diminuisce, cambia il paesaggio, passando dalla nuda pietra dolomitica, al bosco di conifere. La discesa è lunga e porta fino al Rifugio Falier, ottimo per una sosta dopo diversi chilometri di cammino. Il sentiero continua a scendere, attraverso le malghe della Val Ombretta; il consiglio è quello di proseguire oltre il rifugio Falier per il pranzo e fermarsi in una delle malghe per mangiare una bella coppa di yogurt fresco con i frutti di bosco, molto più sfizioso e originale del “solito” panino.
Arriviamo a Malga Ciapela a pomeriggio inoltrato, ci aspetterebbe l’ascesa al Passo Fedaia e qualche altro chilometro di sentiero lungo l’omonimo lago, ma la stanchezza è tanta e decidiamo di arrenderci; in nostro soccorso un comodo autobus che ci porta proprio davanti alla porta del rifugio Castiglioni. Anche per oggi ce l’abbiamo fatta.

L’angolo dello statistico
Distanza totale: 17,64 km
Aumento di quota: 686 metri
Perdita di quota: 1218 metri
Tempo totale: 6

 

quota ore
Quota max: 2678 metri (passo Ombretta)