Dopo il Cammino di Santiago, vi proponiamo un nuovo cammino magari meta delle vostre ferie estive. Questa volta non ci allontaniamo troppo dall’Italia e rivolgiamo le nostre attenzioni verso la Corsica e il suo GR20.
Percorso meraviglioso, un ambiente quasi ostile, condizioni a dir poco spartane, ne fanno uno dei cammini più difficili d’Europa (probabilmente il più difficile) e comunque uno dei più partecipati, nonostante i suoi 180 km di lunghezza.
E’ un trekking duro, in cui nella parte nord è difficile addirittura individuare il sentiero, in cui i i rifugi sono spesso casa di zecche e pidocchi, i bagni così spartani che molti preferiscono addirittura il comfort di qualche cespuglio. Eppure..
Eppure è un percorso bellissimo e affascinante, uno dei pochi in Europa che mantiene uno spirito simile a quello originale e che andrebbe fatto almeno una volta nella vita.
Il percorso può essere indifferentemente percorso in direzione nord-sud o viceversa sud-nord, dipende dalle proprie caratteristiche sapendo che la parte sud è comunque più semplice e agevole di quella nord. Meglio fare prima la parte “facile” del percorso per dare modo al corpo di adattarsi o tenersela per quando saremo più stanchi e spossati dai giorni di cammino? La risposta è in voi e nelle vostre gambe (e probabilmente è quella sbagliata, come diceva Guzzanti). In ogni caso, il tempo richiesto è di almeno 15 giorni per un escursionista medio, sapendo che il record del percorso appartiene a Killian Jornet che lo ha completato in poco più di 32 ore! È comunque possibile smezzare il percorso e completarne solo una delle due metà a seconda delle capacità e delle necessità di ogni trekker.
La partenza è raggiungibile con i normali mezzi pubblici, anche se le corse non sono molto frequenti e si allungheranno i tempi morti; chi non riesce a lasciare l’auto in continente può portarla; su internet potete trovare le informazioni necessarie per raggiungere aree di sosta non custodite create appositamente.
Il parco naturale della Corsica richiede da qualche tempo la prenotazione dei rifugi al sito http://www.parc-corse.org/vad/. Tale prenotazione non è obbligatoria e ha lo scopo principale di monitorare i flussi all’interno del parco, che come avrete capito fino ad ora erano lasciati un po’ a sé stessi. Il costo per dormire in rifugio è di circa 10 euro a persona.
La cosa migliore è quella di attrezzarsi con una tenda, sia per mantenere lo spirito originale del percorso, sia per motivi igienici; è possibile prenotare anche una tenda del parco, a patto però di scendere a compromessi e dormire in un luogo la cui pulizia è tutto meno che assicurata. La piazzola per la tenda costa invece circa 5 euro. Dormire all’esterno delle aree dedicate al camping è vietato ma non c’è di fatto nessuno a controllare. Se quindi cercate qualcosa di ancora più intimo e a contatto con la natura e non siete i soliti cafoni che lasciano dietro di sé una scia di sporcizia e rifiuti.. perché no. A parte quindi il normale equipaggiamento da escursionista (a cui si può aggiungere una tenda e relativi optional) non serve materiale aggiuntivo, visto e considerato che il Circo della Solitudine, forse la parte più complessa, è stata tolta dal percorso ufficiale e le attrezzature presenti (catene, scale e corde delle vie ferrate) definitivamente rimosse; è adesso classificato come itinerario alpinistico e quindi affrontabile da alpinisti con il proprio materiale. Sono fortemente consigliati scarponi a collo alto, ma quelli li consiglieremmo per qualsiasi percorso, e vestiario anche caldo e impermeabile per i capricci del tempo. Cibo e acqua non mancano mai nei rifugi; quest’ultima è prelevabile da fontanelle gratuite, ma non sempre è sicura: spesso è acqua prelevata dai torrenti e con sistemi di pompe e tubi veicolata fino al rifugio: questo vuol dire che l’igiene dipende da quello che avviene nel torrente… per quanto riguarda il cibo invece, è ottimo e a buon prezzo.
Quindi non rimane altro che aprire il calendario e preparare lo zaino.. Fateci sapere!