Sono giorni tristi, in cui la cronaca ci ricorda, casomai ce ne fosse il bisogno, quanto tutto sia effimero di fronte alla natura. Si contano ben due serie televisive (una prodotta da Redbull e visibile su www.redbull.tv e una da DMax e trasmessa in televisione) che portano nelle nostre case le vicende dell’elisoccorso svizzero (la prima) e dolomitico (la seconda) e che ci mostrano quanto la montagna sia pericolosa e quanto l’uomo sappia sottovalutare i rischi ad essa correlata, anche nella più semplice delle escursioni. Basta una distorsione o una caduta e all’improvviso, sprovvisti della necessaria attrezzatura, la nostra domenica può all’improvviso trasformarsi in un bel grattacapo, soprattutto quando siamo in un gruppo eterogeneo, in cui il livello di preparazione dei partecipanti non è equilibrato. Se quindi vi avventurate in luoghi che non conoscete o siete alle prime esperienze, vi consigliamo sempre di affidarvi a guide naturalistiche specializzate!
Arriviamo a noi quindi, l’attrezzatura d’emergenza, ovvero tutto quel materiale che vorremmo non utilizzare mai. Proprio perché vorremmo non utilizzarlo e magari anche per esorcizzare scaramanticamente la paura, c’è ancora qualcuno che si avventura in alta montagna senza il materiale obbligatorio: pala, sonda e Arva. Ne abbiamo già parlato qui.
Poi ci sono le escursioni in famiglia, quelle in cui si dà sempre per scontato che non possa succedere nulla, indipendentemente da tutto. Grazie anche alla tecnologia e alle moderne funivie, è possibile arrivare sul ghiacciaio in pochi minuti dopo aver parcheggiato l’automobile. Quello che fino a poco tempo fa era appannaggio di pochi, oggi è raggiungibile da chiunque. E quindi vediamo bambini scorrazzare per i ghiacciai in mezzo ai crepacci, ignari del pericolo che corrono. La prima cosa è quindi coscienza e conoscenza. La seconda, da tenere nello zaino, un kit di primo soccorso. In commercio ne esistono di diversi tipi, a seconda delle esigenze. Tra gli oggetti indispensabili sicuramente un telo termico per proteggere dall’ipotermia e bende con garze per la più elementare delle fasciature, un paio di guanti, delle forbici.
E poi c’è lo zaino dell’imprevedibile. Quello che non userai davvero mai, poi però ti svegli una notte che tutto trema e ti ritrovi in mezzo ad una strada in pigiama. Si chiama resilienza, è la capacità umana di reagire alle avversità. Va allenata, va aiutata. La Croce Rossa ha preparato una infografica, ve la riportiamo.