Un libro (di montagna) da portarsi in viaggio

Tempo di ferie, tempo di valige. E per nessun motivo nella valigia del vero viaggiatore può mancare un libro. O più libri, se utilizza un e-reader (come Kindle o Kobo, per citarne un paio). Da accaniti lettori, vi proponiamo qualche consiglio; non esitate a mandarci i vostri!

Jon Krakauer – Nelle terre estreme

Nell’aprile del 1992 Chris McCandless si incamminò da solo negli immensi spazi selvaggi dell’Alaska. Due anni prima, terminati gli studi, aveva abbandonato tutti i suoi averi e donato i suoi risparmi in beneficenza: voleva lasciare la civiltà per immergersi nella natura. Non adeguatamente equipaggiato, senza alcuna preparazione alle condizioni estreme che avrebbe incontrato, venne ritrovato morto da un cacciatore, quattro mesi dopo la sua partenza per le terre a nord del Monte McKinley. Accanto al cadavere fu rinvenuto un diario che Chris aveva inaugurato al suo arrivo in Alaska e che ha permesso di ricostruire le sue ultime settimane. Qui Jon Krakauer, con l’aiuto della famiglia, va alla ricerca delle motivazioni che spinsero Chris verso il più puro contatto con la natura.

 

 

Christopher McDougall – Born to Run

Un libro da leggere per chi si sta avvicinando alla corsa, per chi vorrebbe, per chi non correrà mai in vita sua; il giornalista e inviato di guerra Christopher McDougall narra le vicende del mitico popolo dei Tarahumara, gli ultrarunner più grandi di tutti i tempi. Tra aneddoti incredibili sulla corsa e piccole grandi (ri)scoperte (sapevate che la dieta vegetariana è la più indicata per un ultrarunner? o che si può cacciare un animale sfinendolo con la corsa?) il prode Christopher vi dimostrerà che siamo nati per correre.

 

 

 

Erri De Luca – Sulla traccia di Nives

Nives Meroi è un’alpinista con un sogno, diventare la prima donna ad aver scalato tutti i quattordici ottomila del mondo. Con lui, al fianco, Romano Benet, marito, amico, alpinista. Erri De Luca, giornalista, scrittore e arrampicatore, raccoglie qui le loro chiacchierate, di società, vita, sogni e ovviamente montagna. Da non perdere.

 

 

 

 

Mick Conefrey – Everest 1953

2 giugno 1953: mentre la Gran Bretagna festeggia l’incoronazione di Elisabetta II, i media diffondono le prime notizie su un altro avvenimento epocale: la conquista dell’Everest, la montagna più alta della Terra. Il neozelandese Edmund Hillary e lo Sherpa Tenzing Norgay sono i primi uomini a salire sul tetto del mondo, grazie a una spedizione perfettamente riuscita sotto la guida del colonnello John Hunt. A sessant’anni da questa straordinaria impresa, Mick Conefrey ricostruisce, attraverso documenti inediti e interviste di prima mano con i protagonisti, le vicende che portarono al successo inglese. E rivela tutti i retroscena, le crisi e le polemiche – sia in parete che in patria che nessuno ha mai raccontato: dalla ricerca rocambolesca dei finanziamenti alla ribellione degli Sherpa, dalle condizioni meteo avverse all’ostilità della stampa nazionale.

 

 

Mauro Corona – Confessioni ultime

Pensieri e racconti di vita. Le “Confessioni ultime” di Mauro Corona sono il diario intimo di “un sognatore”. Un autoritratto che richiama in alcuni passaggi l’indimenticabile tradizione degli scritti morali, da Seneca al filosofo e samurai Jocho Yamamoto, e si trasforma con impennate improvvise in un personalissimo sfogo sull’attualità e la politica. Suoni e basta, le parole hanno perso consistenza, volume, spessore, e con loro la vita. “Le Confessioni” prendono forma da queste parole ormai vuote. Libertà, silenzio, memoria, corpo, fatica, invidia, orgoglio, competizione, amore, amicizia, dolore, morte, Dio e la fede. Una rappresentazione laica profonda e illuminante.

 

 

 

Nives Meroi – Non ti farò aspettare: tre volte sul Kangchendnzonga, la storia di noi due raccontata da me

Un’altra storia di montagna. La protagonista è la stessa Nives Meroi del libro di Erri De Luca, questa volta però il punto di vista è il suo. Pochi metri alla vetta del dodicesimo 8000. Senza portatori, senza bombole, senza aiuti né sconti, come sempre in cordata con il marito Romano. Ed è proprio lui, quando il traguardo sembra essere prossimo, si sente male ed è costretto a rinunciare all’ascesa. Che cosa sceglie di fare, allora, Nives? Proseguire da sola, conquistando un’altra cima utile per la vittoria, come molti le avrebbero suggerito? No, lei non esita: abbandona la gara perché non può lasciare Romano solo ad aspettare.
Così si conclude il primo atto di questa vicenda.